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Neoplanet e Opera

Neoplanet, un browser che si pone alle spalle dei fratelli maggiori e che si presenta come un telecomando

di Romolo Pranzetti

 

 Bigfoot era un essere antropomorfo, protagonista sentimentale di un racconto per ragazzi, portato qualche anno fa anche sullo schermo, molto complicato da gestire sia per la sua enorme mole sia per le sue espressioni di affetto, non sempre commisurate all’oggetto amato. La impresa che sulla rete si sta occupando di sviluppo di servizi sempre più mirati verso una clientela selezionata è una piccolo gruppo, anche se in veloce espansione. La sede di Manhattan, abituata ad occuparsi di ricerche in rete e in particolare di e-mail, è in queste settimane in fermento a causa del successo che sta mietendo la giovane creatura "NeoPlanet" (immagine aspetto.gif), un esserino mostruoso che non si sa se chiamarlo browser, oppure interfaccia, oppure telecomando per internet (http://www.neoplanet.com).

Servitore di due padroni

Cercherò di spiegarmi, infatti la situazione non è semplicissima. La "guerra dei browser" sembra essersi conclusa con un bel pareggio fra i due maggiori contendenti e con soddisfazione degli utenti, che vedono la possibilità di scegliere gratuitamente tra due grosse piattaforme: Internet Explorer della Microsoft (http://www.microsoft.com) e Netscape Navigator (http://www.home.netscape.com) , ambedue alla versione 4, tutti e due golosi di spazio nell’hard disk, tutti e due bisognosi di una buona ram, e tutti e due pronti a intervenire con numerosi plug-in, cioè con applicazioni di supporto, per farci vedere tutto quello che sulla rete si può godere. Questa guerra ha segnato la rimonta della Microsoft su un terreno che anni fa le era estraneo, ha confermato la buona tradizione di Netscape in quanto ad affidabilità, ma ha anche portato all’utilizzo gratuito di strumenti che prima erano al massimo shareware, ma sempre con il previsto pagamento di una certa cifra. Dice Melissa Bane, studiosa presso lo Yankee Group che la guera dei browser è stato il terreno di battaglia che ha introdotto innovazioni che altrimenti il mercato non si sarebbe sognato di sollecitare.

Non solo, Netscape ha reso di pubblico dominio il codice del suo browser, cosicché gli sviluppatori possano impostare le loro applicazioni evitando brutte sorprese. Lo spazio lasciato libero da Navigator e IE è oggi molto ridotto, tanto che produrre un nuovo browser può apparire superfluo o addirittura temerario.

Un superleggero con la faccia da grande browser

Quando "Hotwired" (http://www.hotwired.com) mette in prima pagina la "hit parade" dei browser può farlo nella consapevolezza che oramai i due giganti – punto più, punto meno, versione più recente o meno recente – la situazione è stazionaria. Salvo poi tifare per prodotti innovativi come "Opera", (http://www.operasoftware.com) che in effetti porta delle notevoli novità nel settore. Questo prodotto infatti si dichiara a pagamento e tale resterà fino alla versione 999, concedendo tuttavia uno sconto del 50% per gli studenti: dietro il modesto compenso offre una caterva di siti, esplorabili direttamente con un clic; propone le finestre aperte in contemporanea sulle diverse esplorazioni; consente di ingrandire lo schermo in maniera molto flessibile; consente la navigazione da tastiera. Inoltre va detto che è molto veloce, e per i naviganti è una buona notizia. Per "Opera" l’obiettivo è la lotta e sarà una lotta dura, perché agli affezionati offrirà qualcosa di più, ma pretenderà un costo. La somiglianza dei prodotti nasconde in realtà una filosofia molto diversa.

Diciamo subito che "NeoPlanet" è gratuito (immagine look.gif), e che non cerca di scalzare il terreno a nessuno dei due grandi, anzi in maniera servile, riconosce la loro prestanza, e si offre di traghettarla a tutti gli utenti, soprattutto ai noi, a coloro che non amano le cose complesse e che magari si danno a grosse esplorazioni, ma con uno stile abitudinario, se così possiamo dire. La "Bigfoot" infatti si rivolge ai fornitori di servizi e fa un discorso più o meno di questo tipo: se voi offrite un browser semplice, che incorpora i canali (ecco la parola chiave!) da esplorare, i clienti non vi daranno più noia per un bel po’ sia che essi usino prodotti Microsoft, sia che usino quelli Netscape. L’interfaccia di NeoPlanet infatti è camaleontica: la versione per Microsoft si riconosce dall’Explorer appena dal colore, e parimenti sarà per quella Netscape, disponibile mentre i lettori scorreranno queste righe (immagine canali+browser.gif).

Ad "Opera", inoltre, il nuovo strumento ruba l’idea di fornire tanti ma tanti url, cioè indirizzi di siti internet, raggruppati per tema e pronti alla pressione di un tasto di preselezione in una colonna sulla destra dello schermo e di una serie di pulsanti orizzontali sotto la barra di navigazione. Cosa si vuole di più? Inoltre abbiamo l’impressione che con "NeoPlanet" la navigazione si faccia veloce più o meno quanto con "Opera", salvo in alcuni siti che usano script particolari , sia java sia di activeX.

 

Un telecomando per la rete

In più il nuovo prodotto occupa intorno a 700 kb, si scarica in pochi minuti; si installa in un istante e senza che ve ne accorgiate vampirizza immediatamente i "preferiti" di Internet Explorer (anche qui "Opera" insegna). Buona navigazione, allora.

Per la cronaca, va segnalato che anche la Spidersoft (http://www.spidersoft.com) ha un telecomando per esplorare Internet: ma è uno strumento specialmente dedicato ai bambini (immagine bigpage.gif) , che possono usare i canali memorizzati dai genitori. La navigazione si fa più semplice, in quanto non occorre digitare complicati url, e inoltre è sperabile che i pargoletti si limitino ad esplorazioni "sicure", cioè al riparo da pedofili, da pornografi o da altre persone di male intenzioni.

Ma vediamo ora le caratteristiche del prodotto "Bigfoot", eclettico e senz’altro innovativo, la cui versione 2 è stata presentata a Baltimora nelle scorse settimane.

 NeoPlanet passo per passo

La barra dei menu, si accennava, si adegua al browser cui NeoPlanet si appoggia. La prima voce del menu File è tipica, Login, (immagine menu.gif)e viene utilizzata per registrarsi quali utenti del programma stesso.

Dallo stesso menu, ancora due voci caratteristiche sono il "web wizard", che consente di cercare in internet i siti o i gli articoli contenenti le voci di ricerca introdotte: la selezione viene operata con gli appositi bottoni proprio sotto all’espressione di ricerca.

Un doppio clic su ciascun canale consentirà di approdare alle relative cartelle contenenti i siti pertinenti all’argomento e la voce che consente di aggiornare il software che attualmente è giunto alla versione numero 2, anche se quella presa qui in esame, disponibile nel sito Bigfoot è in effetti la versione numero 1 (immagine ricerche.gif).

Nel menu "view", possiamo stabilire lo stile delle nostre schermate, tenuto conto che la configurazione viene fatta automaticamente con il browser IE, salvo localizzazioni particolari. Dal menu è possibile scegliere di vedere/nascondere la barra di navigazione, quella dei canali (immagine canali.gif) e quella di stato.

Ma è nel menu successivo ("customize"), che l’utente può impostare le sue scelte fondamentali.

Il "channel designer" ci permetterà di aggiungere, cancellare o modificare le informazioni nella nostra barra dei canali. Chi ama la musica e sa che il gruppo ha un certo calendario di concerti, può creare il canale "concerti" che raccolga le date fissate da vari gruppi musicali sulla piazza. Tale messa a punto la si può compiere cliccando anche su "Edit" in fondo alla lista dei canali, o cliccando su "channels", che fa aprire una scheda nella quale individuare i canali da una lista, aggiungere una cartella o aggiungere una pagina a quelli preferiti, attribuendo a queste scelte anche delle etichette a piacere.

"Control panel" mette a disposizione una semplice finestra di dialogo nella quale è possibile richiamare da apposite linguette (immagine controlli.gif), ben cinque schede di configurazione, attraverso cui vengono rese possibili in quella di base le personalizzazioni inerenti la navigazione, i preferiti, i canali, e le caratteristiche della pagina stampata; in quella avanzata personalizzazioni ancora più approfondite, mentre nelle altre tre sono specificate le richieste riguardo all’utente, ai canali e al "look", scaturito dall’insieme delle configurazioni, che possono piacere o non piacere, e quindi ancora una volta modificate, a seconda dell’umore del momento (immagine avanzati.gif).

Fra le personalizzazioni basate sull’utente, vi sono anche le localizzazioni, che consentono di individuare canali meteorologici, notiziari, lanci commerciali, eccetera disponibili nella propria regione, attraverso la comunicazione del codice di avviamento postale (immagine preferiti.gif).

Quanto sopra, rende abbastanza l’intento della Bigfoot nel promuovere questo nuovo prodotto. Il presidente, Jim Hoffman ha precisato inoltre che la sua iniziativa non vuole essere discriminatoria: "Avremmo preferito partire con Netscape, ma i provider di internet contattati ci hanno fatto capire che in quel momento era più amichevole l’atteggiamento della Microsoft, per cui abbiamo lanciato per prima questa versione". Come accennavamo, ora Netscape ha cambiato filosofia, per cui "NeoPlanet" diventa satellite anche del browser primo per anzianità. In una parola, si vuole accontentare proprio tutti…

Per presentarsi così flessibile, la prima caratteristica d’obbligo è la leggerezza. Capace di navigare anche da solo senza cedere alla seduzioni del superfluo, NeoPlanet infatti ha la missione di riconfigurare il browser titanico adottato e di cambiargli i connotati, sbattendo in prima pagina i bottoni dei canali, il cui abbonamento risulta di uso immediato. In Italia e forse in Europa, semmai si porrà il problema della localizzazione: infatti sarà difficile che i nostri provider siano interessati a supportare gratuitamente uno strumento che consente l’abbonamento al Los Angeles Time: da noi occorrerà che una simile possibilità di scelta sia consentita nei confronti di prodotti locali, ma ciò non dovrebbe essere molto difficile. Per lo meno l’idea merita di essere presa in considerazione e forse imitata.

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Col piccolo "Opera" si naviga alla grande

Nel panorama dei browser che si fanno la guerra e si contendono il primato a colpi di sconti e di plug-ins, fra Netscape e Microsoft, sta destando grande meraviglia un piccolo strumento norvegese dal nome italiano, "Opera", della Opera software (http://operasoftware.com ), giunto oramai alla sua terza versione. Niente miracoli, ovviamente: da quando Mosaic consentì anche agli inesperti la navigazione della grande Rete, sia Netscape sia Microsoft hanno fatto delle scelte paganti, ed hanno arricchito di funzioni, di optionals, le grandi ammiraglie rendendole simili ad un Titanic, piuttosto che ad una corvetta. Netscape ha avuto momenti di gloria; Internet Explorer però ne insidia il primato con fondati argomenti, l'uno privilegia la tecnologia Java, l'altro quella ActiveX e la sfida diventa guerra: in certi siti l'uno si arena, ma risulta vincitore in altri. Tutti e due ormai si somigliano sia come prestazioni sia come stazza: gli hard disk di noi poveri utenti ospitano spesso tutti e due questi strumenti "per ogni evenienza", con le cronologie e le "cache" che occupano cartelle su cartelle, soprattutto per il prodotto Microsoft.

Opera software, creata da Jon von Tetzchner, 10 dipendenti in tutto, con il suo browser scritto scopi interni alla società dei telefoni nel 1994, ha fatto un'altra scelta. Innanzitutto, i suoi programmatori hanno cercato di rendere possibile la navigazione anche su macchine non particolarmente dotate dal punto di vista hardware: un pc 386 con 8 Mb di Ram già basta. Poi rendere veloce e facile la navigazione, anche consentendo un uso intuitivo della tastiera, cosa comoda non solo per chi ha handicap con il mouse, ma anche per chi deve navigare a lungo e soffre per la posizione innaturale del braccio.

Dalla tastiera si fa quasi tutto abbastanza agevolmente: le combinazioni di tasti, fra i quali domina il Control abbinato a qualche altro, rende semplice e veloce il cambio di pagina, di frame, di link. A volte basta un tasto e la pagina viene ingrandita o ridotta in modo istantaneo, oppure gradualmente del dieci per cento, a seconda delle esigenze. Un altro tasto e la pagina torna alla sua grandezza "naturale".

"Naturale" per modo di dire, infatti l'utente può stravolgere le impostazioni date dal webmaster, soprattutto con la scelta delle fonti e delle loro grandezze. Con "Opera", possiamo impostare il nostro carattere tipografico preferito, e quasi tutti i siti si faranno leggere con quel tipo, dando un'impressione di continuità e di omogeneità alla navigazione. Anche qui "Opera" semplifica le cose: per ora (per poco) non si sforza nemmeno di essere sensibile al canto delle sirene di Java o di altri strumenti che pure si imporranno. E' inoltre possibile velocizzare la navigazione, all'insegna dell'essenziale, rinunciando al caricamento delle immagini, scegliendo di approfondire le informazioni testuali. Interessante avviare la navigazione contemporaneamente su più finestre e passare dall'una altra, senza far soffrire le pene dell'inferno al nostro sistema. "Opera" consente anche l'utilizzo della posta elettronica e lo scaricamento delle news.

Se questo browser non offre il massimo delle opzioni nel campo di tecnologie e di plug-ins; dà comunque al navigatore una serie di comodità molto apprezzabili. Inoltre scaricarlo per utilizzarlo gratuitamente per trenta giorni dal sito "Opera software" è compito veloce, e in quanto occupa appena 1,2 Mb lo si può archiviare in un solo dischetto. Installato nell'hard disk, si contenta di due megabyte.

Tutto positivo? Velocità, flessibilità, piccole dimensioni, navigazione off-line sono senz'altro caratteristiche non indifferenti. Inoltre le varie versioni si succedono, con miglioramenti e modifiche incessanti. Il futuro prossimo promette anche una versione in italiano e una versione apposita per i navigatori da MacIntosh. Cosa vogliamo di più? C'è un piccolo inconveniente: si paga e si pagherà sempre. Terminati i trenta giorni di prova, se si decide di continuare a usare "Opera", bisogna investire 35 dollari USA. Non è molto, e per gli studenti esiste anche uno sconto del 50% sul prezzo.

 

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