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Una biblioteca con un miliardo di libri

Il supporto digitale si affianca sempre più spesso ai volumi ordinati negli scaffali e il bibliotecario fra CD-ROM e web diventa un "cybrarian" - anche per chi fa la tesi di laurea.

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n.42 - gennaio 1999

di Romolo Pranzetti

Il libro digitale da scaricare da internet
OPAC – online public access catalogue per la ricerca bibliografica
Cataloghi generali e specializzati per rintracciare un testo
Biblioteche in rete, e una rete di biblioteche
Da bibliotecario a cybrarian

Il corso degli studi è finito. Sostenuti gli ultimi esami, fra cui il più difficile, serbato per l’ultimo sforzo, quasi a volerne gustare intero il ricordo per il resto della vita, ora bisogna affrontare un’altra fatica, la tesi di laurea. Si pensa all’acquisto di altri libri, alle ore da perdere nelle biblioteche a prenotare un testo introvabile, agli spostamenti fra una biblioteca specializzata e l’altra. Al relatore, oltre al titolo, dobbiamo fornire una bibliografia, attendibile, autorevole e aggiornata. Del resto, l’argomento è un po’ particolare, strano se vogliamo: dunque, al lavoro.

Certo, occorre darsi da fare, ma un momento: oggi c’è internet e aspettare, fare le code, spostarsi, forse non serve più.

Il corso degli studi è finito. Sostenuti gli ultimi esami, fra cui il più difficile, serbato per l’ultimo sforzo, quasi a volerne gustare intero il ricordo per il resto della vita, ora bisogna affrontare un’altra fatica, la tesi di laurea. Si pensa all’acquisto di altri libri, alle ore da perdere nelle biblioteche a prenotare un testo introvabile, agli spostamenti fra una biblioteca specializzata e l’altra. Al relatore, oltre al titolo, dobbiamo fornire una bibliografia, attendibile, autorevole e aggiornata. Del resto, l’argomento è un po’ particolare, strano se vogliamo: dunque, al lavoro.

Certo, occorre darsi da fare, ma un momento: oggi c’è internet e aspettare, fare le code, spostarsi, forse non serve più.

Il libro digitale da scaricare da internet

-Centuries ago there lived--"A king!" my little readers will say immediately. Trovare Pinocchio non è una rarità, nemmeno in inglese. Trovarlo in internet, però è già diverso: l’idea dei libri digitalizzati sta avanzando, sia negli USA come da noi: ma va molto adagio, vi sono problemi di diritti, di digitalizzazione dei testi, di offrire edizioni critiche. Se Pinocchio in un sito italiano comincia a non destare meraviglie, in ftp://uiarchive.cso.uiuc.edu/pub/etext/gutenberg/etext96/pnoco10.txt è già un po’ più strano, mentre l’edizione elettronica del "Principe" è in più di un sito: The Universal Library at Carnegie Mellon (Pennsylvania, USA): text, zip; University of Illinois, Urbana-Champaign (Illinois, USA): text, zip; Walnut Creek Archives (California, USA): text, zip; UNC Sunsite (North Carolina, USA): text, zip.

Pinocchio non è solo, nell’url di cui sopra. La IPL Online Texts Collection raccoglie oltre 7700 titoli che possono essere scorsi per autore, per titolo o per classificazione Dewey. C’è inoltre una casella di ricerca che facilita le cose. In Italia, iniziative analoghe sono quelle di LiberLiber: http://www.liberliber.it , che su base volontaristica ha provveduto alla diffusione sul web di circa 200 testi; vi è poi il progetto Duecento, che raccoglie 2400 titoli di poesia italiana delle origini: http://www.silab.it/frox/200/pwhomita.

I fondi storici della Biblioteca nazionale centrale di Firenze conservano alcuni manoscritti di grande pregio, che sono stati restaurati, digitalizzati, ed ora sono consultabili sul www: http://www.bncf.firenze.sbn.it/Bib_digitale/Manoscritti. Per ora l’esperimento comprende solo alcune di queste rarità, ma è un indizio di come antico e moderno possano cooperare per diffondere le conoscenze scientifiche: opere intoccabili, perché fragili e deteriorabili, sono a disposizione di tutta l’umanità tramite internet.

Lo studente universitario – Pinocchio a parte – ha avuto già esperienze di ricerca telematica negli anni di studio: gli insegnanti hanno risposto a quesiti via e-mail, e le molte dispense venivano distribuite gratuitamente su dischetto in formato pdf, e di recente sempre più in formato html. Poi sono aumentati sempre di più gli accessi a internet anche negli androni dei vecchi edifici universitari, e gli studenti hanno affrontato qualche esame preparandosi su documenti fisicamente introvabili in Italia…Ma ora per la tesi, bisogna organizzarsi un po’ meglio, non basta affidarsi ai motori di ricerca – che a dire il vero si stanno attrezzando anche per la ricerca bibliografica - e sperare nella buona fortuna.

Perché, se internet non è "sistematica", però ha del metodo nella sua indifferenziata ipertestualità.

Un informatico e un bibliotecario, Fabio Metitieri e Riccardo Ridi, hanno elencato i "sette vizi capitali" di internet nel loro recente libro pubblicato da Apogeo "Ricerche bibliografiche in internet": fluidità esterna, fossilizzazione, fluidità interna, detestualizzazione, delocalizzazione, disintermediazione, omogeneizzazione… Parole un po’ criptiche anche per chi è abituato al gergo universitario, e non tenterò di riportarne la spiegazione, che del resto almeno per alcune è intuitiva: servono a descrivere internet come il regno dove si può trovare di tutto, ma il giorno dopo qualcosa manca, qualcosa è nuovo, qualcosa è autorevole ma accanto c’è una bufala, qualcosa viene lasciato anche se parla di cose ormai superate, qualcosa è spostato, qualcosa non si trova dove dovrebbe, qualcosa è difficilmente definibile: è testo, è articolo, è saggio, è testimonianza?

Insomma, c’è il rischio di perdersi. Ecco allora che anche nella rete, il bibliotecario, che già ci aiutava fra i vecchi scaffali lignei a volte polverosi, ora ci soccorre con le librerie e le biblioteche virtuali.

OPAC – online public access catalogue per la ricerca bibliografica

Occorre armarsi di pazienza, sulle prime, superare l’idiosincrasia per le sigle e gli acronimi, insomma acquistare familiarità con SBN, OPAC, Z39.50, e qualche altro, ma il gioco vale la candela.

Innanzitutto sono i bibliotecari stessi che si sono messi al lavoro già da alcuni anni e hanno trasferito parte del loro lavoro da schedari cartacei a supporti digitali, poi hanno provveduto anche ad aggiornare il software per rendere utilizzabile il loro patrimonio in internet, e oggi lo studente che voglia fare una ricerca ha davvero del materiale immenso a sua disposizione.

Come sito di partenza, proporre un indirizzo molto semplice: http://www.aib.it/, che come è noto è il sito dell'Associazione italiana biblioteche, sito molto bene fatto, curato nei minimi particolari e che dà anche un’idea di come sia evoluto il mestiere di bibliotecario in questi ultimi anni. Chi naviga in internet è solito fare un test: invia un’e-mail e attende la risposta. Di solito, anche siti commerciali di grosse aziende tardano o semplicemente non rispondono – di là non c’è nessuno. Con l’Aib, anche in agosto, rispondono, puntualmente e sollecitamente. Il sito ha il logo dell’associazione e niente grafica, in compenso non dà nulla per scontato, anche al lettore non esperto, vengono messi a disposizione gli strumenti per farsi un’idea, già nella sola home page i links sono una cinquantina e conducono a luoghi da percorsi e diramazioni complessi. La mia rassegna per evitare che diventi un elenco di url, farà in gran parte riferimento a queste pagine.

Seguiamo un nostro percorso, clicchiamo su "Il mondo delle biblioteche in rete. OPAC nel mondo". OPAC vuol dire online public access catalogue, e vediamo subito che questa risorsa non è fatta solo per chi vuol consultare il catalogo della biblioteca provinciale (ma c’è anche quella), ma rende disponibile il materiale delle biblioteche più lontane, a un colpo di clic. Espressioni come: sono stato al "Portico", ho consultato "Gabriel", è arrivata la risposta da "Alice", mi sono perso a "Melvyl", avranno presto un significato inequivocabile fra giovani ricercatori: sono infatti i nomi di grossi data base consultabili dal pubblico con interfaccia telnet o web.

Come è noto, ad ogni documento in possesso ad una biblioteca, viene dedicato un record. Esso prende il posto di una scheda cartacea, che ormai ha fatto il suo tempo. Come nella scheda, il record serve ad identificare il documento attraverso il titolo, il sottotitolo, gli autori, i curatori, l’anno di pubblicazione e così via. Inoltre specifica quante copie sono ospitate , dove si trovano e se sono ammesse al prestito. L’insieme di queste schede costituisce un catalogo, un catalogo in linea viene definito OPAC. Oggi però il concetto stesso di Opac è in crisi, in quanto molti addetti lo sostituiscono con biblioteca virtuale, o globale e altri termini più o meno fantasiosi. In realtà, l’insieme di queste schede consultabile in linea, rispetto alle schede cartacee, è già un insieme di informazioni che rimbalza da un sito internet all’altro, ponendo i presupposti per la creazione quasi istantanea di una bibliografia, diventando cioè documento esso stesso.

 

Cataloghi generali e specializzati per rintracciare un testo

Infatti il ricercatore, oggi oltre a sognare di poter leggere in rete o di stampare a casa sua un testo introvabile, ha bisogno di repertori che gli offrano la possibilità di consultare biblioteche a volte lontanissime. .

SBN invece significa servizio bibliotecario nazionale, è operativo dal 1992, e raccoglie le due biblioteche nazionali centrali di Roma e di Firenze, e le biblioteche universitarie, comunali e istituzionali, raggruppate in 34 poli locali: tutte fanno riferimento all’ICCU, istituto centrale per il catalogo unico di Roma, nel quale trovano posto 3 milioni di titoli di volumi moderni, 56 mila anteriori al 1830, 110 mila periodici. Dal 1995, questo immenso patrimonio è consultabile tramite interfacce web e gateway Z39.50, che è il particolare protocollo che consente di interrogare le banche dati con il semplice ausilio del browser, sia esso Netscape, sia Internet Explorer.

Se al sito Aib dedicato al Repertorio dei cataloghi (OPAC) di biblioteche italiane disponibili via Internet cliccate su "elenca i link" del vostro browser, si arriva a quasi 500 indirizzi, fra telnet e web. Il client telnet, particolarmente efficace per ricerche approfondite, ovviamente risulta un po’ più difficile e scostante per chi è alle prime armi: tuttavia oggi alcuni client sono supportati da java e facilitano la consultazione.

Se quindi optiamo per una delle biblioteche virtuali, un repertorio abbastanza amichevole viene offerto da Alice: http://www.alice.it/library/net.lib/lnethome.htm. La home page di Alice è articolata in pochi punti essenziali che non disorienta neanche il lettore alle prime armi: siti di interesse generale italiani ed esteri; le biblioteche in Italia, in Europa, in America, in Asia, Africa, Oceania e le biblioteche nazionali centrali. Questa ultima sezione è particolarmente interessante e i numerosi link portano in tutte le sedi bibliotecarie più importanti del mondo.

Per quanto riguarda l’Italia, si può approfondire la ricerca all’url: http://www.alice.it/library/net.lib/bibita.htm dove prende posto "Le biblioteche italiane su Internet", un repertorio ricco e particolareggiato quasi quanto quello dell’Aib. Altro sito abbastanza autorevole è "Biblioteche italiane", a cura del Sistema bibliotecario del Politecnico di Torino: http://wwwbiblio.polito.it/it/documentazione/biblioit.html. Da citare è poi il sito http://wwwdau.ing.uniroma1.it/struttur/biblio.htm – Biblioteca del Dipartimento di architettura (CNBA) specializzata e particolarmente ricca.

 

Biblioteche in rete, e una rete di biblioteche

Tramite l’Opac se anche la piccola biblioteca di quartiere ha la possibilità di essere in rete, brillano le immense risorse della Biblioteca del Congresso, o della Biblioteca nazionale francese. Vediamo qualcuna di queste risorse, a livello internazionale, con il dispiacere di dovere necessariamente escludere molte fonti documentarie di alto interesse:

The Library of Congress: la biblioteca più grande del mondo, 6 banche dati diverse, 27 milioni di schede, consente l’accesso inoltre a molti opac statunitensi: http://lcweb.loc.gov
Melvyl – University of California’s Library System, un catalogo che ha una storia e che raccoglie circa 10 milioni di schede: http://dla.ucop.edu
Gabriel – Gateway to Europe’s National Libraries, ospitato dalla British Library, riporta un elenco completo delle Biblioteche nazionali europee: http://portico.bl.uk
Libweb, Libraries on the Web dellaa Berkeley digital library ha un elenco di oltre 900 biblioteche di tutto il mondo: http://sunsite.berkeley.edu/Libweb
Bibliothèque Nationale de France ha grandissime ambizioni sia sul piano nazionale che sul piano internazionale e ha già provveduto a digitalizzare 2 dei 5 milioni di schede disponibili: http://www.bnf.fr
OPAC 97. Un servizio che consente di reperire materiale disponibile nelle biblioteche britanniche: http://opac97.bl.uk/

 

Come accennavo, dai siti di Aib e di Alice, è possibile avere i repertori completi. Inoltre, è appena il caso di citare la possibilità di consultare "opere generali" in rete, a supporto e verifica di ogni asserzione che verrà acquisita dalla tesi di laurea.

Internet Dictionary Program, si tratta di un vocabolario redatto con il concorso dei naviganti di internet; http://www.june29.com/IDP ,
Travlang’s, per avere un dizionario in varie lingue: tedesco, spagnolo, olandese, portoghese, danese, latino, italiano, ecc.: http://dictionaries.travlang.com ,
Eurodicautom, accanto a quella di AltaVista, si può sperimentare la traduzione online del Translation Services of the European commission: http://www2.echo.lu/edic ,
Britannica Online: la famosa enciclopedia è in prova per 7 giorni all’url: http://www.eb.com ,
Atlapedia, invece è un ricco atlante di quasi tutte le località del globo: http://www.atlapedia.com

 

Da bibliotecario a cybrarian

Nelle biblioteche di oggi vi è dunque un valore aggiunto, rispetto ai depositi cartacei che pure rappresentano la cultura, che è costituito dai repertori elettronici, dai CD-ROM, dalla connessione a internet, dalla rete locale…

Spesso il bibliotecario di oggi deve avere conoscenze nel campo informatico, telematico e multimediale, sconvolgendo notevolmente il patrimonio culturale acquisito. L’abitudine alla videocassetta o al caricatore di diapositive già nel recente passato qualificavano una biblioteca al passo con i tempi. Oggi questi strumenti non bastano più, e al bibliotecario si impone anche il compito di saper indirizzare l’utente per una ricerca, saper offrire una consulenza su una banca dati, saper gestire il sistema operativo di un computer, saper configurare e utilizzare una connessione a internet. C’è poi anche un livello di manualità, che definiremo fine, che permetterà al bibliotecario di utilizzare le risorse reperibili con l’aiuto dell’informatica: salvare le schede su un dischetto dopo averle prelevate dalla posta elettronica, oppure stampare un documento, dando la opportuna e più economica formattazione al documento stesso…

Non sono compiti di bassa manualità, né puramente intellettuali: ma sono funzioni che di solito non possono essere affidate all’utente singolo non sempre tenuto a padroneggiare tutte le operazioni richieste dalle nuove tecnologie.

Accanto alla figura del bibliotecario come reference librarian, vale a dire consulente critico di un’utenza che a volte ha dei bisogni culturali non espressamente consapevoli, il bibliotecario ha bisogno di porsi anche come consulente cibernetico: da qui lo strano e un po’ buffo neologismo che però dà l’idea dei nuovi compiti: il "cybrarian", che riunisce appunto le capacità di fornire consigli di ricerca sulle più disparate materie alle abilità tecnologiche necessarie per installare un CD-ROM, passare un antivirus, deframmentare un disco rigido, scaricare un sito internet sull’hard disk, suggerire le vie più dirette per una ricerca bibliografica su diversi Opac. Anche il nuovo bibliotecario avrà il conforto della rete: di seguito, riporto tre url, dove il bibliotecario trova un indice di risorse internet, comprensivo di molte discipline, una sterminata raccolta di risorse utili anche per l’universitario e una guida alla catalogazione nell’età dell’informatica: http://sunsite.berkeley.edu/InternetIndex/; http://lib-www.ucr.edu/; http://www.oclc.org/oclc/man/9256cat/toc.htm

 

Spesso poi in biblioteca esiste più di un computer e le diverse macchine sono in rete e allora è necessario che il bibliotecario, senza essere un tecnico in prima persona, abbia una certa dimestichezza con la rete, stabilendo a quali livelli gli utenti possano accedere senza far rischiare danni all’intero network e sapendo intervenire qualora la configurazione entri in crisi.

Notevoli passi avanti hanno fatto i bibliotecari in tale settore, dimostrando notevole elasticità mentale e consentendo anche alla giovane clientela in cerca di una "bibliografia virtuale" il pieno soddisfacimento delle richieste, rese peraltro legittime dalla telematica e da internet in particolare.

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