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E il robot mi sedusse

Mi innamoro di te, anche se sei una macchina

di Romolo Pranzetti
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47 - giugno 1999


Chiacchierare con i robot su internet è possibile. Vi presentiamo i siti dove è possibile confrontare le proprie opinioni e idee, litigare e anche sedurre.


Si è scherzato sul fatto che nessuno in internet sa veramente "chi" si trova di fronte: in effetti è possibile avere grosse sorprese in fatto di identità dell'interlocutore, forse ben oltre quanto immaginabile normalmente. Può capitare persino di sostenere conversazioni con persone...inesistenti. Già ve ne sarete accorti o perlomeno vi avrà perseguitato un dubbio: la risposta all'e-mail era di un robot o del proprietario del sito? Certe frasi possono in effetti insospettire e certi formulari sono ormai entrati nell'orecchio: da oggi il dubbio è legittimo, infatti vi sono siti che vendono o offrono gratis anche chatterbot. Di che si tratta? Ma di robot che chiacchierano al posto vostro con i clienti-utenti visitatori del vostro sito, mentre voi siete impegnati in ben altre attività. Dove trovarli? Facile:
http://www.ultrahal.com/cgi-ole/ultrahal
Il superamento di "2001 Odissea nello spazio" oramai è anche cronologico e quindi non ci spaventa più, ma di che si tratta e come funziona il tutto?


Il gioco dell'imitazione di Turing

Occorre fare un passo indietro e tornare ai remoti anni Cinquanta, quando un matematico, uno scienziato che avrebbe tracciato grossi solchi nel futuro della storia dei calcolatori, di nome Alan Turing inventò il "gioco dell'imitazione". In due stanze diverse immaginiamo un computer e un uomo. Da una terza stanza, una persona provvista di telescrivente è collegato con ambedue le stanze e pone delle domande o offre degli stimoli: la riuscita del gioco consiste nella impossibilità per l'umano di distinguere se a offrire la risposta sia stato il suo simile, oppure il computer. Tale gioco fu poi perfezionato con il diffondersi di computer più potenti e fu dotato di quelli che oggi chiamiamo plugins: grafica, suono, interazione vocale, ecc.
Uno dei più famosi chatterbot resta Eliza. Era un semplice programma (Weizenbaum, 1976) che poteva superare il gioco dell'imitazione ricorrendo a trucchetti ormai noti, uno dei quali consisteva nel rispondere alle domande con altre domande...Ma sul mercato oggi vi sono migliaia di imitazioni con variazioni sul tema di una certa attrattiva.
C'è persino un concorso annuale su questo tema. Per l'edizione del 1999 le iscrizioni sono oramai chiuse; ma se volete essere i vincitori del 2000 provate a mandare la vostra adesione al Loebner Prize, che si svolge annualmente e consegna al vincitore una bella medaglia più 2.000 dollari. Il titolo completo del premio è: "Loebner Prize Competition in Artificial Intelligence" ed ha l'obiettivo di identificare il sistema informatico migliore in grado di sostenere il test di Turing con le varianti moderne: i giudici avranno il compito di distinguere i vari sistemi concorrenti sulla base di risposte alle loro "domande":
http://www.cs.flinders.edu.au/research/AI/LoebnerPrize/lpr99.html


E se volete vincere a tutti i costi, e non avete troppi scrupoli, ecco un sito che fa per voi. Il titolo è abbastanza significativo: "How to Pass the Turing Test by Cheating" (come imbrogliare per superare il test di Turing):
http://www.diemme.it/~luigi/talk.html
Leggendolo si comprende quale sia il meccanismo di un "test di successo". Ovviamente non l'ho letto, per non sciuparmi la sorpresa di analizzare i vari modelli di chatterbot che vengono offerti da moltissimi siti internet. Ce n'è per tutti i gusti.



Cominciamo ad esplorare i siti "specializzati" in chatterbot e nella loro missione. Mi limiterò a tre: il primo per completezza, affidabilità e semplicità di consultazione è senz'altro
http://www.cyberincubator.com/bots/chatter-bots,
da Abby a Zabaware, le voci elencate e commentate sono una quarantina. Qualche volta le recensioni sono estremamente brevi mentre i altri casi si hanno commenti molto più lunghi: è il caso di Alice, su cui torneremo.
Se invece desideriamo affidarci ad un motore di ricerca e ai suoi insindacabili giudizi, abbiamo a disposizione la lista di Yahoo:
dir.yahoo.com
C'è un altro sito, molto elegante nella sua presentazione dove vengono sceverate tutte le problematiche connesse a queste faccende arcane. Attenzione che non vi colga il dubbio se a compilare il sito sia uno studioso oppure un robot ben addestrato...
Il suo indirizzo è
http://www.cs.bilkent.edu.tr/~psaygin/ttest.html
Meritano di essere citate per la accurata metodologia e per sue meticolose classificazioni anche le pagine di Simon Laven:
http://www.toptown.com/hp/sjlaven,
dal gennaio di quest'anno il sito ha anche inaugurato un servizio di e-mail che offre gratuitamente le ultime novità sull'affascinante argomento.


Non vorrei tediare il lettore con recensioni che possono essere più autorevolmente lette dai siti citati, dove appositi links consentono di saltare direttamente a sperimentare il bot di turno.
Vi sono infatti chatterbot che si occupano di simulare specifici comportamenti, alcuni dichiaratamente abnormi, così in alcune situazioni si può avere il caso di un cyber-paranoide con cui doversi cimentare su argomenti più o meno complessi, oppure, si può avere il caso di un robot che si propone come il tuo psichiatra... basta non prendere la cosa troppo sul serio. Così c'è Mr. Mind
http://www.weblab.org/blurring
che non si fida dell'interlocutore e lo ritiene non un umano bensì una macchina.


Se per caso lo si convince di essere un umano, allora la sua conclusione è: ma allora perché perdi tempo a digitare parole con un robot?
Oppure, si possono incontrare tipi come DirtyGirl
http://www.planetary.net/,
un robot che può iniziare con una supplica: "Sii gentile con me, sono vergine" per smentirsi due schermate dopo con frasi chiaramente oscene...
Mabel invece in
http://www.hamil.co.uk/
chiede all'ospite un'opinione sullo scandalo del sex-gate...

Oltre ad avere questi programmi parlanti in rete, è possibile scaricarli: si va dai 160 kb di Claude espanso
http://www.cs.cmu.edu/afs/cs/project/ai-repository/ai/areas/classics/racter/cld110.zip
ai 7 mega di VirtualWoman
members.aol.com:


il primo è un programma dos e consente di chiacchierare tranquillamente con la tastiera senz'altre distrazioni, con possibilità di stampare persino la conversazione; il secondo è un vero e proprio gioco della seduzione che richiede tempo e applicazione sulla base anche delle tipologie prescelte, corredato di suoni, grafica, sfondi, commenti sonori per le scelte più importanti...
Ce n'è per tutti i gusti.
Volevo soffermarmi su un programma italiano, Eloisa. Il perché è presto detto: trattandosi di giochi di imitazione linguistica, la lingua ha una importanza primaria. Eloisa è la creatura di Francesco Lentini, ed è ospitata nelle pagine di tin:
web.tin.it.


E' possibile interagire con una Eloisa piena di ogni optional oppure di parlare con la gemella povera, il divertimento è assicurato in ambedue le situazioni. Ascoltiamo la presentazione di Lentini stesso: "Eloisa un programma di conversazione in linguaggio naturale la cui prima implementazione risale al 1987. Funziona grazie ad un motore inferenziale che esplora una base di conoscenza espandibile e intercambiabile. Questa struttura rende possibile una conversazione libera dalla sintassi e anche dal contesto; inoltre è possibile cambiare lingua (solo italiano in questa versione) senza intervenire sul codice. Altra importante caratteristica è che non vi sono regole predefinite, come nei sistemi esperti, ma connessioni statiche e dinamiche, come nelle reti neurali. Il modo migliore per interagire con Eloisa è quello di pensare ad essa come ad un personaggio virtuale che vive nelle reti telematiche e abita nel pc. I migliori risultati si ottengono con la conversazione libera, ossia digitando nel box di input frasi del tutto arbitrarie."
Io ho sperimentato diverse conversazioni con Eloisa, tutte abbastanza frustranti. Credo che Eloisa sia un po' sfuggente, qualsiasi questione le si sottoponga... Ma al lettore giudicare, da quanto riportato nell'apposito box.
Amanda, una chatterbot francese scaricabile da
members.tripod.com
ha invece un atteggiamento abbastanza estroverso ed appare disponibile al dialogo, commentando in modo veramente pertinente le piccole scoperte fatte dal dialogante. Ovviamente bisogna rispettare le diverse origini culturali.

Ma vorrei concludere con Alice.
Innanzitutto per la varietà di versioni: se ne trovano innumerevoli, anche con filmato. Poi per l'acronimo: Artificial Linguistic Internet Computer Entity, che dà abbastanza l'idea di che cosa si tratti. Infine per il suo spirito di adattamento: esiste una Alice che apprende, che si adegua alle diverse istanze demo-geografiche dell'interlocutore, una Alice che alimenta il suo proprio linguaggio e riesce a costruire le frasi, anche trascurando le interruzioni "fàtiche" del "corrispondente"...


L'evoluzione di questi robot che dialogano ed apprendono è quindi solo cominciata. Se per ora sembrano quasi dei giocattoli in futuro troveranno applicazione in molti campi differenti. è probabile che in futuro saranno loro che si rapporteranno con gli esseri umani nelle sale d'attesa ferroviarie, dal dottore, negli uffici informazioni...

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