Dinghy, un gommone per navigare più sicuri
|
Un libro utile per
|
Clicca e sfami un bimbo lontano Quando la genialità degli utenti internet si coniuga con gli affari, ma può anche servire per iniziative di beneficenza. Si può aprire una pagina internet, cliccare su un bottone e alleviare la fame di qualcuno che non conosciamo e che è lontano da noi migliaia di chilometri. E’ proprio così. Esiste un sito "The Hunger Site" ( http://www.thehungersite.com), il "sito della fame", che ha stretto un accordo con un discreto numero di sponsor, che in cambio di un momento di attenzione degli internauti sul loro banner (un piccolo striscione pubblicitario nella pagina del sito) si impegnano a versare 3 cents all’ONU in modo da consegnare agli affamati nei paesi dell’Asia o dell’Africa, un pasto a base di riso o di cereali.
Il sito della fame ci colpisce in modo piuttosto eloquente: una cartina geografica gialla del mondo presenta i vari paesi e su di essa, ogni 3 secondi e 6 decimi, un paese diventa nero per un istante: la didascalia spiega perché: "Ogni 3,6 secondi qualcuno muore di fame; ¾ dei morti sono bambini sotto i 5 anni. Quando un paese si oscura sulla mappa, in quel paese c’è morto in più." Sotto alla didascalia, c’è un bottone grigio, con scritto "Donate Free Food" (offrite cibo). Il clic sul bottone ci porta alla pagina degli sponsor che si sono impegnati a pagare 3 cents per ogni clic. Bello, no, e anche commovente, forse. Il brutto della faccenda è che il contatore delle "impression" (contatti) per ciascun computer, va avanti solo una volta ogni 24 ore. Non si possono fare 100 clic in 10 minuti, ma un solo clic al giorno: occorre quindi cliccare oggi, tornarci domani, poi dopodomani e così via. Ha escogitato il meccanismo John Breen, un volontario esperto di computer, che ha sfruttato le risorse tecnologiche a fini umanitari. Quando appresi la notizia, ebbi una reazione d’incredulità e pensai che si trattasse di una "leggenda metropolitana", una di quelle che circolano sulla rete sia via e-mail, sia nei newsgroup. Vi sono siti interi specializzati nella raccolta e nella catalogazione di queste leggende: si tratta di dicerie molto diffuse, che molti credono vere, ma che nessuno verifica. In questo modo si creano lettere di sant’Antonio, messaggi a catena: raccolte di cartoline per bimbi malati che nel frattempo si sono diplomati alle superiori, ecc. Poi ogni tanto c’è qualcuno che sfata la diceria, documentando come stanno realmente le cose. Sinceramente, quindi, all’inizio non ho dato peso neanche a tale proposta, letta in un newsgroup. Poi da una mailing list mi è arrivato l’indirizzo di un sito che analizza queste leggende ( http://urbanlegends.about.com/culture/urbanlegends/library/blhoax.htm), nel quale si testimonia che, nonostante l’aspetto curioso, è tutto vero, per quanto riguarda The Hunger Site..A rafforzare la convinzione vi sono anche le dichiarazioni del WFP, World Food Programme dell’ONU ( http://www.wfp.org/info/Intro/donors/hunger_index.htm ), che svolge la sua attività in 80 paesi, cercando di prestare soccorso nelle emergenze alimentari, soprattutto nei confronti dei ragazzi in età scolare.Brevemente, vediamo come il sito è organizzato: come detto, la home page è la cartina animata che con poche parole ci mette di fronte alla realtà e alle concrete responsabilità. Cliccando sul bottone "Donate", appaiono i ringraziamenti e l’elenco degli sponsor del giorno, fortunatamente sempre più numerosi. Dopo di che il sito ha le FAQ, cioè le domande più frequenti, leggendo le risposte alle quali ciascun utente può prendere piena consapevolezza. I dati sulla fame nel mondo sono riportati nelle principali lingue, fra cui anche l’italiano. Da questo settore si apprende, ad esempio, che il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto 5 anni (50 anni fa era il 28%). Ma a parte la morte, la fame crea indebolimento della vista, uno stato permanente di affaticamento, incapacità di concentrazione, esposizione a tutte le malattie, e si calcola che siano 800 milioni le persone che soffrono la fame in tutto il mondo.
Ora, anche attraverso internet, è possibile dare una mano, anzi una tazza di cibo, a chi ne ha bisogno.
|