Dinghy, un gommone per navigare più sicuri




 

 

Home

Indice articoli


 


Links

 

 

 


COMUNICAZIONE ONLINE
MEDIA EDUCATION

 

Un libro utile per
 insegnanti e non:

Cooperazione online

 

Web Comune… mezza rivoluzione

Sta per uscire un rapporto sull’identità e la funzione delle reti civiche, che si avviano a divenire "distretti virtuali"

di Romolo Pranzetti

 

Nella prossima primavera dovrebbe essere pubblicato un rapporto che fa il punto sulla funzione e sulle prospettive delle reti civiche. Il fenomeno è ormai noto, perché collegato con importanti innovazioni che hanno fatto dell’Italia uno dei paesi all’avanguardia: ci si riferisce al ruolo della pubblica amministrazione ridisegnato dalla legge Bassanini, ci si riferisce alla firma digitale, che sta trovando impreviste difficoltà, ma che ha un definito supporto legislativo.

Di per sé, la rete civica su internet è il punto d’incontro fra le esigenze partecipative scaturite dal basso, con l’esigenza della pubblica amministrazione di trovare forme di trasparenza che le consentisse di farsi conoscere nel modo migliore e più economico.

Così su internet, spesso il cittadino può cercare le informazioni o i contatti che gli sono necessari e il Comune o la Provincia o la Regione, possono divulgare i loro atti in modo veloce ed economico. Non solo, ma attraverso internet, i vari livelli dell’amministrazione possono scambiarsi atti fra di loro, sia per posta elettronica, sia con lo scambio di documenti online.

Nascono anche iniziative di supporto, non ultima quella realizzata dalle province di Pisa e di Livorno che hanno dato vita al sito ReForm.com (http://www.reform.it ).

Ma torniamo al rapporto, la cui sintesi è anticipata nei siti http://ww.assinform.it e http://www.rur.it: internet non divide l’Italia e porterà la rete civica in ogni comune, è l’affermazione di principio, alla quale seguono altri interessanti corollari. Il 1999 è stato l’anno delle reti civiche, che si sono sviluppate con un incremento del 25%, e che hanno espresso livelli qualitativi ragguardevoli: non solo più la vetrina degli assessori e dei consiglieri, o l’elenco degli atti, ma anche la possibilità di interagire da parte dei cittadini, e l’offerta di un luogo virtuale in cui gli scambi anche commerciali vengono garantiti con vantaggio del proprio ambito territoriale.

LIVORNO HA UNA RETE CIVICA...E UNA RETE CINICA SU GEOCITIES

Il Comune di Bologna ha la rete civica giudicata migliore per qualità, ma è in Toscana che si trova il livello medio più alto nell’offerta di questi siti: Si distinguono infatti realtà come Siena, Pisa, Prato, Firenze per la loro capacità di venire incontro alle esigenze di trovare le informazioni che servono e di manifestare le proprie opinioni di cittadini.

 

Il pubblico, secondo il rapporto, vorrebbe trovare nel proprio sito la testimonianza degli eventi locali, le informazioni relative a concorsi e appalti, le notizie che riguardano il tempo libero, le mostre, l’accoglienza, il turismo. Anche la modulistica per le procedure amministrative fa piacere scaricarla dal sito internet, anziché dover fare code a volte inutili. Su alcuni di questi aspetti vi è concordanza tra offerta e domanda. Per contro, a volte i siti attuali sono colmi di link ad altri siti, giudicati utili solo dal 12% degli utenti, di articolazioni delle strutture governative locali (richieste da meno del 6% degli utenti), di norme e regolamenti (gradite dal 7% degli utenti).

Ma mentre il cammino per accordare le diverse esigenze, può essere breve, in che modo la rete civica potrà essere utile per aiutare a disegnare il distretto virtuale su cui il rapporto si dilungherà opportunamente? In pratica, i distretti industriali hanno giovano alle piccole e medie imprese per trovare una loro collocazione sul mercato, sarà possibile egualmente consentire "una competizione nel mercato globale come sistema locale, possedendo la risorsa competitiva del terzo millennio: l’informazione"?

In concreto, il commercio elettronico può essere supportato anche dalla rete civica attraverso questi elementi non trascurabili: la creazione di un clima di fiducia tra i consumatori, il potenziamento dell’immagine legata al territorio delle aziende locali, l’offerta di forme di collaborazione reciproca nell’offrire prodotti e servizi, l’offerta di facilitazioni alle aziende locali, ecc.

Sono tutti aspetti che per ora vengono intuiti o improvvisati; ma non è detto che si debba continuare così, anche nell’ottica della trasparenza e delle opportunità offerte a tutti.

In effetti, già da ora questa collaborazione si nota: spesso le reti civiche hanno un rapporto di collaborazione con scuole, con camere di commercio, con associazioni non profit, con altri livelli della pubblica amministrazione: è questa una premessa per arrivare alla logica della concertazione, dello scambio e della collaborazione rispetto agli attori sociali che operano nel territorio. Si tratta cioè di far maturare e affermare quella logica antitetica alla burocrazia, che purtroppo resta ancora in piedi in molte manifestazioni amministrative.

L’obiettivo è quello di creare delle reti di governo aperte, che non solo consentano lo scambio degli strumenti operativi (informazione nel senso più vasto: conoscenze tecniche, opportunità, mezzi di lettura delle innovazioni), ma nella realtà procurino dei reciproci vantaggi, quali contatti in tempo reale fra le imprese, contenimento dei costi, maggiore circolazione delle conoscenze di base, maggiore competitività a livello globale, maggiore possibilità d’informazione, maggiore visibilità.